venerdì 17 maggio 2013

Una curva



Negli occhi v’è una curva 

mia persistente
della quale non vedo la fine.

Una pal­lida attesa co­stitutiva, quasi fosse un profumare l'aria di qualcosa di non visibile;
una mimosa
bisognosa
di de­licatezze, com­prensione,
anche così... cristiana...
Ora Lei mi at­trae.

La curva nell’offrirsi all’occhio
non ha fine
essa non finisce a causa di sé... e mi chiede della forma. 

Ac­cen­dersi
come in una sera improvvisa della mente
di bi­sticci 
tra Eros e Forma...

L’oliva e l’uovo




«E così sono ovipari gli alberi vasti, olive dapprima deponendo»[1].

L’olivo, vasto, porta sui rami forse uova: idea approssi­mativa dell’età del cielo e ... sogno, a causa della vista?

È analogia, fra l’oliva e l’uovo: parte ge­ne­rativa in­terna, 
parte nutri­tiva esterna.

Se­pa­razione della vita dalla forma (lacerante este­riore), ovvero 
canto singolare per l’an­tico poeta-scienziato. 



[1] Empedocle, Sulla natura, frg. n. 79 (ed. Diels-Kranz). 

Esistere, di una fontana



Quella fontana, nel giardino d’agosto
- incessante tenerissima lontana - esiste: 

è lo sguardo materno, la mia faccia, la persona, di­venuta pie­tra, 
e accanto raggi di sole
come tracce di pas­sato;
talune aiuole, timide vena­ture del le­gno; 
alberi, che risie­dono nella mente. 

Deve essere esistito lì nel presso come un volo di farfalle, 
bimbi lievi che cor­re­vano dietro a un cane
strillando nel gioco
ed erano persi, di passaggio; 

folto verdeggiare di ra­dicchi al sole,
assetti teo­re­tici; una qualche scultura impeccabile 
armoniosa, carica di equilibri.

... Deve esserci stata una fontana, nel passato, in un co­smo tiepido e quieto, forse l’origine. 
…Una vita, un perdono, come av­viene che non vi sia colpa. Poi più nulla
ovvero: sag­gezza, tradursi dell’origine in acqua, in onde preesi­stenti... e così via… 

Clinamen



Inclinano gli uomini ai regni d'ombre, le annusano [1].

Poi si rovesceranno, per­ché l’idea sia come di­scesa; e il vento riapparso sempre cadrà... 

Nasceranno: è l’apertura; ma qualcosa deve chiudere, qualcosa sempre va detratto... 
Gli oc­chi reclamano quella discesa per­ vedere; il bene con le sue labbra dice: aderire alla terra
i cuccioli li vedo tremo­lare, come mammelle...

Clinamen generativo, materialismo antico, vecchia ra­dice d’essere, che non nasconde il suo lusso (abito sopra una po­vertà predefinita...); 
esso anche è la via, l’uni­cità (stessa medesima figura di para­bola)  che conduce il tramonto per mano...



[1] Espressione di Eraclito, Dell’origine (frg. n. 110). 

Antichità


Frugarono nella Natura gli anti­chi: oggetti pallidi, senza parola, corpi dell’in­differenza... 

cose così ma ch'eran tutto -
e Lei amarono sorpresi dal modo suo d’esser cosa... 

Nacquero canti allora nella meraviglia e nell’ignoranza della mate­ria, 
dalle ombre che precedono il lin­guag­gio... 

Ori­gi­nano le cose da ciò di cui son fatte: ov­vero l’acqua, l’aria, il fuoco, la terra, e poi Con­cordia e Contesa fra gli ele­menti [1]...  

Tutto forse era già deciso... dall’amore all’intelletto il passo fu breve, forse fu salto, ca­duta... forse. 



[1] Percorso in senso contrario, nel sentimento, rispetto ad Aristotele, Metafisica (lb. I).