sabato 14 settembre 2013

Immagini d’ombra


File:Canestra di frutta (Caravaggio).jpg

La natura che è morta



Due mele rosse o una rossa, due gialle, come teste (idea di calvizie, di fuoco), uno, due grap­poli d’uva (testoline di fanciulli), due pere, noci sparse: festi­val del dono, da vedere, ordine taciturno, fine della strada; paradosso della strada: (essere) senza vie d’ uscita ... fine del viaggio ...
Conclusioni forse banali - congratulazioni fatte al pittore per la sua natura morta, morta per consuetudine e cioè per la miliarde­sima volta: mani gentili, però, ora che vedo, mani tessitrici: nelle mani di una donna il paradosso si fà ponte, saltella con delicatezza, quasi-cristiana ...








Essere anguilla



Perché io, anguilla, vivo in funzione dell’acqua dolce?; e inoltre: che cosa è per me spazio e che cosa acqua? Cosa sarei io, anguilla, e cioè: cosa sarei per­ché lo sarei ri­spetto a quale modello di ma­teria? E cosa sarebbe vita, se ciò che voglio alla fine è a qual­siasi costo oceano?

Essere anguilla, sfuggente, ontos on; forse una pene­tra­zione per la pene­trazione, nello spazio e nella mate­ria, al di là della sa­linità delle ac­que e del clima, dei volti dei ra­gazzi che mi po­tranno catturare per gioco in qualche poz­zanghera privata di senso.
Travasi di senso in quei ragazzi, nella loro storia  ...








La tartaruga e il lucente



Sono alle volte una grande tartaruga, il corpo capovolto che non riesce a rimet­tersi sulle zampe (grinzosi goffi pos­sessi); mi ri­cono­sco alle volte nella sensazione so­vra­stante del ru­mo­re di una serie di semiruote di me­tallo lucente che lavo­rano oscil­lando rigorosamente, in un moto per me intocca­bile.

Io immobile vedo dal basso tutte quelle ruote-scale e così sono ri­verso, im­messo in un gioco incalcolabile di mo­sche arcaiche rumoro­sissime.

Sono in questo modo una grande tartaruga capovolta, ho so­pra di me il cielo pieno di luce, a tratti abbagliante, e così mi viene spontaneo so­spendere il giudizio, rasse­gnarmi, atten­dere ulte­riori segnali.
Preferi­sco pensare al po­ter non capire di capire ... Ma con quanti rimpianti per la mia fragilità!








Stagione d' ombre



Ce ne stiamo come calde ombre quando ancora l'autunno non grida e l'estate s'allunga insinuandosi nelle cose.

Qualcosa che è trascorre e noi si va col sentimento dall'esser om­bre al vedere ombra attorno a noi.