Due studenti parlavano del più e del meno, nel millesettecentonovantanove;
e c’era un diavoletto tutto rosso alle loro spalle e aveva in mano una
siringa…
Nel frattempo un soldato in divisa, blue rosso e bianco, guardava
in lontananza e sì, forse pensava ai campi, con un gomito poggiato su di un carro senza
cavallo...
e dietro di lui s’intravvedevano altri due diavoletti ghignanti e rossi, che cercavano di spezzare una ruota del carro.
e dietro di lui s’intravvedevano altri due diavoletti ghignanti e rossi, che cercavano di spezzare una ruota del carro.
Una testa grassa e occhialuta - lo storiografo forse o un uomo di
spirito? - osservava e sorrideva, divertito: i diavoletti che non osano
sollevare le gonne della massaia, corsa alla fontana alla fine della luce
meridiana, e che non versano a terra il latte di piccoli affamati, riescono a
mandare in malora i bei piani della Ragione, i desideri colti dei nobili che si
atteggiano a giacobini. Sono questi forse i misteri della religione?
Non resta alfine che un bagno, una calda pioggia, che lava una
sagoma inodore di nobildonna, lasciata penzoloni sul capestro; sui cui capelli
nero corvini corrono a ridere gli uccelli...
“A' rivoluzzione' è curnuta, te o' dich'io!”, urlò qualcuno con voce
roca dialettale dal fondo di una qualche bottega che doveva essere lì da qualche parte
nella piazza; poi l’intervento del silenzio; qualche colpo di martello nato in
un’officina; e una qualche canzone, di quelle parlate del popolo minuto, a dire il tempo e della rinascita
perduta...
Nessun commento:
Posta un commento